domenica 25 aprile 2010

voce del verbo essere

Mi tengo all'ombra, oggi. Ieri il sole ha brutalmente accarezzato la pelle debole delle mie braccia scoperte, disponibili. A cosa? Non sono io a deciderlo, ormai. Sono qua, usatele. Usatemi. Ho camminato con i piedi nell'acqua di un altro mare, mi sono seduto sulla sabbia di un'altra spiaggia, ho letto mangiando frutta. Ero lì, ero qui. Ho sfruttato il bello, senza goderne. Ballando fino a mattina nell'oscurità di una pista troppo piccola per tutti, per tutto. Ma oggi mi tengo all'ombra. Ho arredato la tana, solo piccole incursioni nel resto della casa per le necessità impellenti. Il piano è chiaro, semplice: non esistere. Negare me stesso agli altri, negare gli altri. Oggi non esiste nulla, non esiste nessuno. Oggi mi cibo di ombra, che il calore di un corpo sovraccarico si disperda. Che si scarichi come gli episodi di una vita fittizia. La mia parte fittizia, oscura. Le luci danneggiano gli occhi. Per troppo tempo ho guardato il sole senza occhiali. Oggi ho deciso. Mi tengo all'ombra.

giovedì 22 aprile 2010

memento meminisse

«La data sullo schermo del cellulare lo riportò al triste bagaglio delle ricorrenze. Quel giorno, per lui, era come un giorno della memoria, il ricordo di qualcosa che aveva dovuto smettere di fare, il ricordo di una ricorrenza rotta. Era stata una data importante, carica di vicende piacevoli, fino alla rottura della routine. Il male tornava, attraverso quelle cifre riprodotte, a insinuarsi nella sua testa. La memoria del male era peggiore del viverlo in diretta. Come un cielo nuvoloso, sempre.»