giovedì 26 marzo 2009

deriva

Per superare la crisi che continua a mietere vittime, l'unica eterna e banale soluzione è «Lavorare di più». 

Suona un po' come «sposare un miliardario» e «un poliziotto per ogni bella ragazza». 

Se questa è la morale attuale, se ne può aumentare del 20 percento la volumetria?
 

lunedì 16 marzo 2009

utilità e diritti

In un'intervista, Povia afferma:

«Non sono contrario a una legge che tuteli le coppie gay, ma gli eterosessuali mettono al mondo figli, forza lavoro per lo Stato che deve loro maggiori diritti».

Nota bene: 
Eterosessuali = Figli = forza lavoro per lo Stato = Diritti. 

Quindi, data l'utilità dell'eterosessualità per l'organizzazione sociale del capitalismo, i diritti - che sono legati alla sfera della produttività, come svela l'istituzione di un Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (spiego: solo chi ha o dà forza lavoro può ambire o contribuire alla solidarietà sociale) - sono prerogativa di chi si riproduce e del loro "prodotto". 

Questo è anche peggio della morale cattolica. 

ancien regime

«(...) continuava a perderlo, mentre i giorni seguitavano a risplendere di una luce che altri definivano nuova, come la primavera: a lui faceva solo male agli occhi. L'unica debolezza era la troppa bontà, era sempre stata la troppa bontà, quella disposizione d'animo che lo rendeva vulnerabile, quell'entusiasmo della scoperta e del cambiamento che lo trasformava in facile bersaglio di intemperie interiori. Quella bontà che lo rendeva intimista, a se stesso fastidioso e infastidito dallo scorrere del tutto. Si sentiva incatenato alla sedia di un destino che non riconosceva, ma che accettava, quello della sofferenza e della solitudine. Circondato com'era da ottimistiche panzane sul futuro, si immaginava fra cinque anni solo, nascosto da qualche parte a riflettere sulla propria incapacità di tenersi strette le cose belle. Già pensava e si convinceva di aver chiuso la stagione d'oro dei sentimenti, guardandosi alle spalle vedeva anni di fermento, di incontri, di belle serate, di relazioni più o meno importanti, e a fianco intravedeva, scorgeva, poi riconosceva tutti gli sbagli, gli errori, i passi falsi, le stupide pretese. Ed essendo troppo buono con gli altri, imputava a sé tutte le (...)»