domenica 9 gennaio 2011

come da un'altra parte

Tornare, ma come? E dove?
Ci sto pensando.

martedì 1 giugno 2010

ricongiungimenti familiari

Non so più dove scrivere, quindi esporto da qua e importo qui - d'ora in poi, questo non è un blog per davvero.

giovedì 13 maggio 2010

abominio

Se dovessi incominciare a scrivere la mia memoria urbana di Barcellona, inizierei dicendo che qui c'è una piazza che si chiama Piazza delle Glorie Catalane.

Come se a Milano ci fosse una Piazza delle Glorie Lombarde o delle Glorie Padane.

Abominevole.

lunedì 10 maggio 2010

non proprio lineare

Se R è la relazione, i l'identità, s lo scambio (reciprocità) e f la fiducia, una relazione è


R = f (i, r, f) = f(i) g(r) h(f)

Non è facile stabilire le relazioni interne a questa funzione. Però possiamo pensare che ciascuna variabile sia, per l'appunto, una variabile, così che

se l'identità è un processo, che parte da un nucleo costante k che interagisce con l'esterno (i - k), ma non in maniera lineare, quindi abbiamo che

i = k (i - k)^n

la fiducia è un'aspettativa di reciprocità, per questo è definibile in termini di probabilità, quindi

f = p (s), da cui s = p (1 - f)

manca da definire la reciprocità, che ha a che fare con lo scambio, e quindi con lo stock di identità e fiducia che ciascuno è disposto a dare,

s = (i)(f) = [k(i-k)^n] [p(1-f)] = p (1-f) k (i - k)^n

Da cui

R = k . f(1-k)^n . k . g[p(1-f)(i-k)^n] . k . h[p(1-f)(i-k)^n]

ma f(1-k)^n è una costante, quindi

R = K . t[p(1-f)]

e essendo p(1-f) la reciprocità, è chiaro come la relazione R si basi su questo principio, e come questo dipenda dalla fiducia (aspettative) e dall'identità dei protagonisti.

Aldilà degli errori che, matematici o meno, dobbiamo commettere.

domenica 25 aprile 2010

voce del verbo essere

Mi tengo all'ombra, oggi. Ieri il sole ha brutalmente accarezzato la pelle debole delle mie braccia scoperte, disponibili. A cosa? Non sono io a deciderlo, ormai. Sono qua, usatele. Usatemi. Ho camminato con i piedi nell'acqua di un altro mare, mi sono seduto sulla sabbia di un'altra spiaggia, ho letto mangiando frutta. Ero lì, ero qui. Ho sfruttato il bello, senza goderne. Ballando fino a mattina nell'oscurità di una pista troppo piccola per tutti, per tutto. Ma oggi mi tengo all'ombra. Ho arredato la tana, solo piccole incursioni nel resto della casa per le necessità impellenti. Il piano è chiaro, semplice: non esistere. Negare me stesso agli altri, negare gli altri. Oggi non esiste nulla, non esiste nessuno. Oggi mi cibo di ombra, che il calore di un corpo sovraccarico si disperda. Che si scarichi come gli episodi di una vita fittizia. La mia parte fittizia, oscura. Le luci danneggiano gli occhi. Per troppo tempo ho guardato il sole senza occhiali. Oggi ho deciso. Mi tengo all'ombra.

giovedì 22 aprile 2010

memento meminisse

«La data sullo schermo del cellulare lo riportò al triste bagaglio delle ricorrenze. Quel giorno, per lui, era come un giorno della memoria, il ricordo di qualcosa che aveva dovuto smettere di fare, il ricordo di una ricorrenza rotta. Era stata una data importante, carica di vicende piacevoli, fino alla rottura della routine. Il male tornava, attraverso quelle cifre riprodotte, a insinuarsi nella sua testa. La memoria del male era peggiore del viverlo in diretta. Come un cielo nuvoloso, sempre.»

mercoledì 31 marzo 2010

l'acqua calda

Ricky Martin ha dichiarato di essere omosessuale e di essere fiero di esserlo.
Per la serie, io ti dico una cosa che ti aspettavi da tanto tempo e poi me ne prendo pure il merito. Pivello.