oggi so di sole, oggi
ho preso il sole, su
ogni singolo filo
d'erba dell'orlo,
ho atteso
che il profilo
delle prime ombre
mi sfiorasse, al tempo
di assecondarla, questa
incessante brama
di una carezza, per esistere
domenica 30 marzo 2008
sehnsucht
giovedì 27 marzo 2008
colazione, dilazione
Si chiedeva perchè mai la sera prima si fosse sottomesso a quell'ordine, a quel comando, a quella imposizione. Cosa aveva voluto dimostrargli? Che poteva fare quello che lui richiedeva? Che poteva ancora fidarsi di lui? Forse era solo un modo di ribadire il rispetto, di far capire che il rispetto non lo aveva negato, che tornando tardi la notte, se l'altro era già a letto, avrebbe continuato a muoversi lentamente, cercando di non disturbare, a differenza di chi generava rumori e disordini con il solo scopo - ne era sempre più convinto - di farlo sentire indesiderato, fuori luogo, di troppo, o semplicemente inesistente. Avrebeb avuto tutti i motivi di non fare, di non accettare, rimuginava mentre beveva il suo cappuccino, e la ciambella alla marmellata gocciolava ripieno nella tazza semivuota, eppure {...}
martedì 25 marzo 2008
giovedì 20 marzo 2008
la verità
e ormai era certo, assodato: era diventato un essere infelice. Ogni suo discorso ruotava intorno all'amarezza, se ne rendeva conto; ogni suo sorriso era strappato di forza ad un'espressione persa nel vuoto, se ne rendeva conto. Era stata come un'illuminazione, un ex abrupto del pensiero, inferto da chissà quale mente superiore alla tranquillità di una giornata come le altre, in cui combatteva le stesse lotte che da un mese a quella parte lo impegnavano nelle parole a vuoto e nei magoni improvvisi. Ma le lacrime non scendevano più, rimanevano raggrumate sotto le palpebre stanche e sull'orlo delle occhiaie, non valevano il tempo che avrebbero bagnato. Ormai era un infelice, arrivato alla soglia del non ritorno, se non addirittura già dall'altra parte, dove la certezza delle ferite diventa cicatrice, come un battesimo oscuro. Pensava, o si convinceva, che a quel punto la cattiveria di cui continuava ad essere oggetto non avrebbe permesso altre parole, altri perdoni. Stavolta non ci sarebbe potuto essere perdono alcuno, e d'altra parte come sarebbe stato possibile sorvolare, o anche solo ripartire? Con quali nuovi compromessi? Ne sarebbe valsa la pena? I loro erano giochi così sottili da penetrare non solo nella carne, ma nelle ossa, da diventare crepe per gli spifferi freddi della memoria. Non c'erano nuove partenze possibili, già sapeva che ogni qual volta avesse pensato a questo periodo, a questo calvario, avrebbe stretto i pugni dalla rabbia. Non conosceva più i volti, né le voci. Era infelice, cosa poteva fare ora? Forse, avrebbe dovuto
lunedì 17 marzo 2008
sofismi della non-esistenza
(Emile Cioran)
Ci sono almeno due livelli di significato dell'esistenza. Un primo modo di concepire l'esistenza è tutto postmoderno e ha a che fare con la dinamica dei fluidi, con la liquidità baumaniana, con l'esistenza come processo di continua negoziazione, sempre in divenire, il flusso dello scambio con l'Alter. E c'è un secondo significato, che è più classico, più aristotelico forse, ed è l'esistenza come risultato, come stato, come condizione, l'esserci che è prodotto di un riconoscimento sancito attraverso lo scambio linguistico, attraverso il discorso verbale e non verbale tra Ego e Alter.
Negare la parola e il gesto all'altro, nel senso del discorso e del confronto (anche formale) con l'altro, è negare la negoziazione delle identità e allo stesso tempo negare qualsiasi risultato stabilito, fisso, da cui possa partire l'interazione che costruisce il sociale e l'esperienza del Sé. Come dice Herbert Mead, il soggetto è l'interazione di tre componenti, l'Io che attiene alla dimensione psichica dell'ego freudiano, il Me che corrisponde all'immagine che Alter ha di Ego, e il Se che nasce dall'interazione fra l'Io individuale e il Me sociale*. E alla base di tutto vi sono significati e comunicazione dei simboli.
Quello cui dovrebbero stare attenti coloro che negano l'esistenza o l'identità, sia attraverso la negazione del dialogo che in altri modi, è che un individuo non riconosciuto, che non esiste è un individuo deresponsabilizzato, che si sente libero di fare quello che vuole a suo piacimento, e che non deve renderne conto a nessuno. Perché se Alter decide che Ego non esiste, non è automatico che Ego si annichilisca, a lui resta un Sé altrove, e una coscienza - per quanto monca - di essere comunque.
L'esistenza è riconoscimento della responsabilità della presenza.
sabato 15 marzo 2008
voluptas
«I piaceri semplici sono l'ultimo rifugio della gente complicata»
venerdì 14 marzo 2008
di topi e di veleni
molte persone, lo so, mi vogliono bene, lo vedo, me lo dimostrano. ma sembra sempre così vacuo, quando non sono le persone che vorresti ti volessero bene, perché tu il confine tra il salame sugli occhi e il burro sul pane lo hai già messo via, e ti sei buttato a capofitto nella mollica. ma come ogni tozzo di pane, quando è raffermo, non può che finire in brodo.
è chiaro che se il bagno è vicino alla camera, qualche odore viaggerà, se non prendi cura di serrare i rispettivi usci.
stiamo parlando di merda, odore di.
mercoledì 12 marzo 2008
ceci n'est pas un lieu
Il luogo terzo risolve il problema, in quanto sempre un altrove distinto dall'immediatezza del quotidiano, in quanto mediazione fra il qua e il là che si interscambiano continuamente.
Vorrei avere dei luoghi terzi che risolvano il problema.
questa verita in cui non credo
l'amicizia vera è amore comunque.
dicono sia dell'acquario la tendenza a vivere per grandi ideali, a cercare sempre di scovare l'iperuranio della vita quotidiana, per quanto mi risulti che Platone fosse del segno dei gemelli, ma non importa. il vero problema è che queste grandi idee, queste grandi costruzioni, queste immagini le creiamo ad hoc, al momento, non credo siano delle idee da sottoporre a reminiscenza. la verità, sì, ma forse...
«Che cos'è verità? Inerzia; l'ipotesi che ci rende soddisfatti; il minimo dispendio di forza intellettuale» (Nietzsche)
no, non ci credo che sia inerzia, come se la verità fosse lì, in attesa della furbizia di qualcuno che col minimo sforzo la scopra. non credo nemmeno sia troppo difficile, forse la verità è solo la condivisione del modo in cui la si cerca.
e l'amicizia vera è amore, ed è comunque.
lunedì 10 marzo 2008
la fame
mercoledì 5 marzo 2008
*
Le loro brame segrete, le loro
selvagge vittorie sulla carne
si confidavano. Una notte
(avevano tutto il giorno tutto, giorno
di prima estate,
vagato per la campagna
insieme) insieme
di stanchezza dormirono. All'alba s'incontrarono
i loro corpi nudi.
Fu una cosa del tutto naturale.
(Sandro Penna)
* gentile dono di un interlocutore degno
post 1
Non sono il tipo, disse Pierrot. Ma spesso mi capita di non pensare a niente.
È già meglio che non pensare affatto, disse il portiere di notte.
martedì 4 marzo 2008
questa non è un'introduzione
Ho bisogno di un nuovo spazio. Nuovi spazi per confrontarmi, mentre inesorabile scorre il tempo. Ma una cosa sia chiara, questo non è un blog, a meno che non lo pensiate voi stessi. Sarà le parole del testo che ognuno di noi è: se cambia l'interpretazione che l'altro dà, l'intonazione con cui legge, cambia tutto il significato.
Testo onnivoro e onnicomprensivo. Lineare nei suoi paradossi, coerente nei suoi sbalzi d'umore.
Ho deciso di scrivere un diario intimo della mia piccola anima che è certamente immortale, e che da dire potrebbe avere molto, o molto poco.
Ho solo bisogno di spazio nuovo, surreale, terzo.
"Tenga duro, signorina"