Se ti capita di essere un bianco, oltre ad attese interminabili (tutti verranno visitati prima di te, anche arrivando dopo, e magari essendo solo verdi, un gradino più in su, anche loro casi non compromettenti ma con quel quid in più: che tu abbia una paralisi al collo, per via di un'infiammazione all'orecchio, non vale tanto quanto un sano mal di schiena - soprattutto se hai meno di 65 anni); oltre ad attese interminabili, tempi imprevedibilmente lunghi, ti toccherà, a visita effettuata, il pagamento di un ticket, immagino per il disturbo che si sono presi a curarti dopo ore di attesa, per una cosa che richiedeva 10 minuti tra un caso medio e un altro (il tempo di cambiare una flebo).
Non ho nulla in contrario alla codificazione ospedaliera urgentistica del dolore, e non ho intenti formativi o pedagogici nei confronti dell'istituzione, ma ho sempre in mente la schermata che divide per codice-colore i pazienti in attesa e quelli in gestione. Se ci sono 7 Gialli in gestione (ossia già diagnosticati, già nei loro lettini, già farmacizzati), 2 Verdi in gestione (una scottatura curata e fasciata, un mal di schiena siringato di antidolorifico, e così via) e 1 Bianco in attesa, l'ottimizzazione razionale del tempo dovrebbe far propendere il medico generico (e il Pronto Soccorso ne è il luogo) a sfruttare quel lasso di tempo tra un cambio garza e un cambio flebo (di cui tra l'altro si occupa il personale generico infermieristico), a dare un'occhiata al caso meno grave, che in quanto meno grave, non dovrebbe rubargli più di qualche minuto, tra controllo della diagnosi (che in effetti è stata fatta, seppur generica, all'Accettazione, data la bazzeccolitudine del caso), e prescrizione di un palliativo farmacologico.
Il risultato è fare aspettare per circa 2 ore il Bianco, e poi dirgli: «Per una cosa così minore, ti va bene se ti richiamiamo noi, e ti diamo un appuntamento per oggi pomeriggio? Se no rischi di aspettare molto.»
Signora Infermiera, la minorità del mio dolore lei l'ha solo supposta: mi conosce da pochi minuti, sa solo il mio nome, non sa che sono un tipo in salute. che il mio tallone d'Achille (o almeno l'unico di cui sono già conscio) è questo, e in quanto tale, il dolore per me è un colore diverso, quando capita. Non discuto che mi si sia colorato di bianco, ma che il bianco, non colore, sia anche non-dolore?
È così che qualsiasi luogo si trasforma in una sala d'attesa.