venerdì 24 luglio 2009

il numero 7

«(...) inesorabili, sotto la calura di un'estate isterica. Decise così, per vezzo, che non avrebbe regalato a quel mese infinito - pensava fosse infinito: ogni cosa rimandata continuava ad avvenire in quel mese! - altre forze, altre occasioni. Per terminare, sarebbe partito per un luogo lontano, un mare al confine del tempo, dove il sole e la civiltà sorsero, ammarandosi nel tempo dei grandi. La punta del sud est lo attendeva, così febbrile lui attendeva di vederne le sponde, nella (...)»

giovedì 9 luglio 2009

simplicius simplicissimus

A Milano si può ancora mangiare sul sagrato delle chiese. Alla fine, il sagrato, o gli scalini, dei templi hanno sempre avuto una funzione di tipo aggregativo, sono sempre stati, o si sono sempre presentati come, un punto di ritrovo: tutti, bene o male, sanno dov'è la tal chiesa, o la talaltra. È semplice, e ha un che di naturale, sedersi a gustarsi un pranzo fugace in compagnia di un amico, sui gradini di una casa dello spirito come San Simpliciano, nella Brera di sempre. Una casa dello spirito che è anche casa dell'anima. Viene naturale, non è maleducazione o qualcosa che urti il decoro urbano: è decoro urbano, il simbolo di uno spazio urbano non ostile, ma ancora umano. Perle.