sabato 26 dicembre 2009

la natura del vuoto

«Quando si sentì dire "Allora, io vado", capì che non lo avrebbe mai più rivisto, né sentito. Lo capì, o forse fu solo una deduzione, derivata dai racconti che le sue protettrici gli avevano riportato durante la serata, i racconti dei discorsi su di lui in sua assenza. Le bombe sganciate non esplosero come avrebbero dovuto, questo successe. Così, salutandolo con le formalità di un futuro incontro, la cui responsabilità egli divise alla pari con l'altro, si allontanò con le parole che non si erano voluti dire, con la delusione di chi si aspetta un ultimo confronto, ma non ha altro che una fitta di terrore alla bocca dello stomaco.»

sabato 21 novembre 2009

centosessanta / potenza

«(...) di speciale, di diverso. Non puoi capire quest'amore. Ha poco a che vedere con l'amore che si può dire. E infatti una volta non si poteva nominare. Era l'amore che non dice il suo nome. Eppure quanto dice, questo amore. Non è come fra lei e te, quest'amore istituzionale che non ha bisogni di inventarsi. È un eterna creazione, è un amore creativo. Tu non capisci quale sia la sua potenza. La sua ricchezza. Non è più ricco di altri, è solo ricco per sé. Io posso amarti come nessun altra ti amerà, perché io so come sei, il tuo corpo è il mio corpo riflesso. So cosa ti piace, la mia mente è composta dello stesso materiale. So come pensi, hai segreti che sono segreti come i miei. Sei un uomo nel mondo come lo sono io. Io ti potrei amare così, diverso, perché io (...)»

lunedì 16 novembre 2009

passeggiare

Io sono la puttana, la puttana dell'amore a caso.


Distribuisco a tutti parti maltagliate dell'amore che ho dentro, inespresso.
Io sono la puttana del caso, alludo e mi illudo che sia tu, il prossimo mio.
Io sono la puttana, ti cingo di simpatica avvenenza e ti catturo nel vortice dei miei discorsi.
Io sono la puttana dell'amore a caso, ti faccio ridere alle mie battute, mi vendo a te come il migliore dei prodotti, ti dono il ricordo di me e il mio nome, la mia franca sfacciataggine come modo di vivere bene la vita le cose il tutto.
Io sono la puttana e tu sei mio perché non può essere altrimenti, perché ti ho sedotto di me.

Io sono la puttana, la puttana dell'amore a caso.

Amami.

venerdì 13 novembre 2009

epicuro

Epicuro deve essere stato molto solo. Deve avere cercato a lungo l'amore puro, senza trovarlo. Avrà probabilmente ricevuti più calci che carezze, più insulti che lodi. Egli cercava un amore come glielo avevano insegnato a scuola. Come quello che vedeva fra i suoi compagni. Cercava Eros, cercava la passione istantanea. Rimase solo. Dev'essere stato molto solo se pensò, un giorno, che l'unica cosa che poteva fare per sopravvivere era diventare Epicuro dell'epicureismo, e cercare l'edoné come principio e fine di tutto. Il piacere statico del piacere per sé.

giovedì 29 ottobre 2009

enlarge your ego

L'impotenza è la sensazione di non avere potere su ciò che si desidera, perché ciò che si desidera è aldilà delle proprie possibilità, quand'anche si avessero delle possibilità(1).

Il mito di salvazione è la costruzione di un sistema internamente coerente di giustificazioni dello status quo, o delle proprie aspettative su una situazione, quando queste esternamente siano effettivamente poco fondate se non addirittura improbabili e non plausibili. Il mito di salvazione si compone di momenti e dettagli che vengono inanellati in maniera sequenziale al fine di dimostrare la bontà di una situazione che nel suo complesso non è affatto buona o non corrisponde all'immagine che di quella situazione si ha.

È ricorrente il ricorso al mito di salvazione quando ci si sente impotenti di fronte ad un desiderio.

(1) In Giacomini (2009) si afferma che l'impotenza deriva esclusivamente dall'incastonatura del Sé in un sistema rigido di ruoli e quindi di aspettative. Lo riportiamo per dovere di divulgazione

martedì 13 ottobre 2009

il dominio della forza

Roma, gay aggrediti in centro. | Nuovo gesto omofobo a Roma: attacco incendiario contro locale gay. | Firenze, calci e pugni contro un gay: aggredito nel giorno anti-omofobia. | Infastidito da effusioni accoltella due gay: "Perché arrivare a uccidere per niente?"

Oggi hanno bocciato il testo sull'omofobia.


giovedì 8 ottobre 2009

d = 0

«Tornato a casa, pensava a quelle volte in cui sembra che il tuo mondo imploda. Le persone che pensavi lontano, difficilmente incontrabili, perfettamente perse nelle loro vite distanti, in quei momenti, che poi sono giorni, si ritrovano vicine a te, intersecano i loro percorsi con il tuo, la distanza diventa zero, e anche se è passato molto tempo, anche il tempo torna ad essere quello della quotidianità con quelle persone, o il tempo dell'ultimo incontro. Come ieri. Sembra quasi una moneta di immobilità, proprio quando (...)»

giovedì 1 ottobre 2009

il filo del rasoio

Troppo spesso si dimentica di considerare la scienza come in parte applicabile alle questioni della vita quotdiana. In questo caso, applicarla alla dinamica relazionale è assolutamente utile.
La premessa è che bisogna percorrere la distanza più breve fra due punti collocati nello spazio e nel tempo. Se i punti in questione sono due persone, ossia se siamo in un'ottica di ottimizzazione della performance relazionale, può tornarci molto utile rispolverare una vecchia ma eterna strumentazione mentale: il rasoio di Occam.

Ci sono quindi tre principi da applicare al ragionamento, o nel caso specifico all'interazione:

1) Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem, ossia restare concentrati su un obiettivo alla volta, sia esso semplice o complesso ma pensato come tutto. Letteralmente: Non moltiplicare gli elementi più del necessario.

2) Pluralitas non est ponenda sine necessitate, il che sta a dire che bisogna considerare come variabili della performance solo ed esclusivamente gli attori in essa coinvolti, nel caso specifico i due performer della relazione che si sta interagendo. Letteralmente: Non considerare la pluralità se non è necessario.

3) Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora, cioè non serve a nulla complicarsi l'esistenza con troppe elucubrazioni, bisogna attenersi a pochi ed essenziali elementi. Letteralmente: È inutile fare con più ciò che si può fare con meno.

In altre parole, inutile complicare ciò che può essere semplice. È vero che una relazione fra due persone non è mai semplice, ma bisogna considerare che a volte basta stare bene, piacersi reciprocamente, per bandire le ciance e ricercare la semplicità e la sinteticità. Quindi è in un certo senso semplice, almeno l'avvio.

sabato 26 settembre 2009

piccolo trattato spicciolo di criminologia e prevenzione situazionale

Il numero di episodi di scasso (s) che hanno come vittima la mia vettura mobile è di 4 negli ultimi 4 mesi, con una media di uno al mese; ma la media non ci aiuta a capire nulla, se non consideriamo che la distanza temporale fra uno e il successivo è stato: 3 mesi fra s1 e s2, 15 giorni fra s2 e s3, 1 settimana fra s3 e s4. Questo fa pensare a diverse cose.
Blame the victim: «Hai parcheggiato in una zona di merda». Inutile colpevolizzare la vittima, soprattutto perché il criterio porrebbe ogni zona della città allo stesso livello di probabilità di scasso, come in effetti è, per quanto si possa ipotizzare, con le dovute strumentazioni di mapping, che alcune siano più hot spots di altre, ma è ancora tutto da analizzare; consideriamo anche il fatto che le zone interessate dagli eventi non sono omogenee come caratteristiche.
Creazione del mito del mostro: «C'è una banda che si aggira per Milano e lo fa». Per quanto lo script sembri identico, ossia la procedura e anche l'effettivo danno subito, anche in termini di furto, per cui vengono risparmiati gli oggetti di valore e portate via cose che hanno esclusivamente un valore d'uso (ad esempio: asciugamani, creme, occhiali, pezzi di plastica del cruscotto...) - nonostante vengano anche spesso costretti i proprietari ad un repentino cambio di serratura - è poco plausibile che si tratti di un'unica organizzazione, di un unico gruppo. È stato fatto notare, che gli episodi più importani, con effettiva apertura del veicolo, si sono verificati in prossimità di locali quali discoteche: nell'occasione, gli avventori sono usi lasciare in macchina borse e affini con gli oggetti che non sono necessari alla serata in discoteca o nel locale; è ipotizzabile una correlazione fra la variabile "vicinanza alla discoteca" e quella "probabilità di scasso della macchina". È evidente, inoltre, che le macchine vengono aperte dal lato che dà sul marciapiede, il quale permette all'eventuale offender di accovacciarsi e non essere visto dalla strada.
Possibili strategie di intervento e prevenzione: viene quasi istintivo, impulsivo chiedere maggiore controllo delle forze di polizia nelle zone circostanti, ma la polizia è nelle vicinanze anche quando il fatto succede senza fallo; una soluzione forse possibile, attingendo all'immaginazione criminologica, sarebbe agire a livello preventivo, ad esempio costruendo macchine senza serrature, con apertura solo telecomandata. Questo potrebbe portare ad un displacement tattico, ossia ad un cambiamento della procedura di apertura con scasso, ma è una possibilità del tutto teorica e da verificare nel caso.
Sicurezza: è la garanzia del diritto di ritrovare la propria macchina come la si é lasciata.

venerdì 25 settembre 2009

piccole regole di consapevolezza

La fiducia si costruisce in due.
In mancanza di un'esplicita costruzione, è più semplice e forse sano assumere il ruolo di quello che si fida, piuttosto che diffidare e creare conseguenti paranoie o psicosi o distorsioni o eccessi di vita mentale, perché se è vero che non esiste la fiducia a priori, è anche vero che per non fidarsi bisogna avere molte più certezze. Nell'incertezza, ci si fidi, sospendendo il giudizio della vita mentale sulla vita che si percepisce reale.
Il rischio, chiaramente, è notevole.
Anche per questo, la fiducia implica un'enorme dose di pazienza, di cui non siamo naturalmente forniti, ma che dobbiamo imparare.

martedì 22 settembre 2009

coi guanti

La difficoltà di impostare una relazione è tutta nel capire qual è l'ordine matematica da seguire nella successione delle azioni propedeutiche. Quindi non si può partire dalla fine, o dal momento topico, e poi ricominciare dall'ABC. In questo senso, la performance relazionale deve essere rigorosamente logica nel suo svolgimento, altrimenti si rischia di creare da subito profondi abissi di incomprensione, o per lo meno, inevitabili squilibri di potere, di qualsiasi tipo di potere si voglia parlare, anche il cosiddetto potere d'investimento, che oggettiva il proprio obiettivo nel momento in cui l'investimento è riconosciuto, ossia ottiene la ricompensa prevista.

martedì 8 settembre 2009

orwell

Così, dopo aver aggredito i diversi, iniziarono a vietare i baci.

lunedì 31 agosto 2009

spallucce

Tutto quello che possiamo contenere nella nostra razionalità, che possiamo considerare analizzato, anche a grandi linee, non ci fa paura. Lo consideriamo conquistato, e quasi superato, perché siamo riusciti a inquadrarlo in uno schema interpretativo. Siamo persone che si sentono al mondo per qualcosa di più grande, che amano gli ideali e gli idealtipi sulla base dei quali valutare la realtà, quando essa si presenta a noi pragmaticamente nelle sue manifestazioni più terrene. Questo modo di vivere il rapporto con l'esterno ci porta ad assumere spesso delle posizioni dualistiche, che sembrano estreme, ma spesso si tratta più semplicemente di posizioni che si situano al centro di un continuum, e quindi rappresentano una la sfumatura più rilevante dell'altra. Siamo conciliatori, nel nostro estremismo sui generis. Quello che ci rende davvero estremi è quello che non riusciamo a ingabbiare nella nostra analitica razionalità; lì è il panico. Finché sappiamo, facciamo facilmente spallucce.

uscite

Da oggi, in tutte le edicole, un nuovo quotidiano, il Tran Tran.


venerdì 28 agosto 2009

l'autunno del medioevo

Vogliamo parlare dell'ondata di omofobia che ha investito l'aere in queste settimane? Sarà colpa del caldo eccessivo? Anche il fatto che la notizia sia gay e non l'ingiustificata violenza gratuita? Che ci sia uno che si soprannomina Svastichella, ne vogliamo parlare? Fa caldo, troppo caldo.

venerdì 14 agosto 2009

il punto

Questo non è un blog, ma quest'altro ci prova, ad esserlo.


mercoledì 12 agosto 2009

sub ita (nel senso di valore)

Mi stupisco ogni volta che sento parlare qualche ministro di questo governo. Il ministro Zaia, ad esempio, lo trovo ridicolo e anche un po' privo di buon senso. Prima ci evangelizza affermando che la Rai deve promuovere la famiglia tradizionale e non quella gay, come se la Rai stesse perpetrando una politica quotidiana di dissestamento della retta via. E poi ci viene a dire che le fiction regionalmente ambientate devono essere nei rispettivi dialetti con i sottotitoli.
Esilarante. Come ridere piuttosto che piangere.

per aspera ad astra

Desiderio è qualcosa che cade, dalle stelle, de sideribus.
Realizzarsi, per un desiderio, vuol dire allora cadere sulla terra, avvicinarsi all'essere desiderante che lo ha desiderato. Rendersi disponibile ad essere vissuto. Accadere.
De sideribus, con la caduta della b. come un obiettivo che diventi oiettivo, con la trasformazione di una i in intervocalica e diventando ojettivo, oggettivo.
Così un desiderio, per realizzarsi, dev'essere oggettivato.
Da qui, forse l'oggetto del desiderio.

venerdì 24 luglio 2009

il numero 7

«(...) inesorabili, sotto la calura di un'estate isterica. Decise così, per vezzo, che non avrebbe regalato a quel mese infinito - pensava fosse infinito: ogni cosa rimandata continuava ad avvenire in quel mese! - altre forze, altre occasioni. Per terminare, sarebbe partito per un luogo lontano, un mare al confine del tempo, dove il sole e la civiltà sorsero, ammarandosi nel tempo dei grandi. La punta del sud est lo attendeva, così febbrile lui attendeva di vederne le sponde, nella (...)»

giovedì 9 luglio 2009

simplicius simplicissimus

A Milano si può ancora mangiare sul sagrato delle chiese. Alla fine, il sagrato, o gli scalini, dei templi hanno sempre avuto una funzione di tipo aggregativo, sono sempre stati, o si sono sempre presentati come, un punto di ritrovo: tutti, bene o male, sanno dov'è la tal chiesa, o la talaltra. È semplice, e ha un che di naturale, sedersi a gustarsi un pranzo fugace in compagnia di un amico, sui gradini di una casa dello spirito come San Simpliciano, nella Brera di sempre. Una casa dello spirito che è anche casa dell'anima. Viene naturale, non è maleducazione o qualcosa che urti il decoro urbano: è decoro urbano, il simbolo di uno spazio urbano non ostile, ma ancora umano. Perle.

lunedì 29 giugno 2009

un colpo al cerchio

Cosa c'è che non va nelle relazioni familiari? C'è di sicuro qualcosa che non va, se questi giovani non sanno più reagire alle situazioni critiche, se le soluzioni estreme sembrano l'unica via per evitare un conflitto che forse si è fatto troppo carico di tensioni. I cambiamenti ci sono stati, nel rapporto fra figli e genitori, ma sono andati verso un progressivo deteriorarsi dei modi e dei metodi della convivenza e della condivisione. Anch'io, piccolo, se prendevo una nota tornavo a casa con la paura del rimprovero. Ma non con il terrore della reazione. Questi ragazzi di morte si sentono quotidianamente condannati, umiliati dagli adulti che li trattano tutti come bulli, dai genitori che instillano il germe del fallimento non appena arriva un brutto voto. O un tasso alcolico elevato, una multa, nessuna vittima a parte il portafoglio, o un rimbrotto. Ma non si sa come reagirà il genitore frustrato dell'Italia degli uomini piccoli. Si evita, si fugge, dove mamma o papà non possono mortificare. Succede troppo spesso, perché se ne parli in termini di un singolo caso. Bisogna rieducare le famiglie? Bisogna fare formazione agli adulti? Questa è un'altra forma di deriva del nostro belpaese?

domenica 28 giugno 2009

saint patrick's gay

Anche nella fortezza del cattoconservatorismo si pensa al futuro. Ma loro non hanno il papa. Che sia allora l'unica o la più significativa variabile?

lunedì 22 giugno 2009

pedigree

È un po' come dire: "Evviva la democrazia", fondata sul voto dei rappresentati.
Poi dicono che non siamo sotto regime, ma se si leggono gli esposti di tal Guzzetta, si capisce bene in che razza di posto ci troviamo.
Non certo un posto di razza.

mercoledì 17 giugno 2009

al naso

A quanto pare, Obama ha ucciso una mosca in diretta. «Dimostrando una tecnica consolidata» (TG1). Una mosca terrorista? La sicurezza boccheggia?
Molto notiziabile.

.


Fine di una terapia.

mercoledì 10 giugno 2009

net bet

In questo periodo ho dei problemi con la sensibilità del mio macchinario informatico. È assolutamente senza pietà, disabilita periferiche e decide la cessazione delle attività fondamentali a suo piacimento. Grande conforto ho ricevuto dalla digitazione dei miei problemi in lingua comune su motori di ricerca googleani, e i relativi risultati. I forum di geek, o di semplici smanettoni mi ha permesso di provare diverse soluzioni, tra cui l'ultima or ora. Il conflitto del software con l'hardware sembra essere l'ultima svista del sistema operativo più becero che esista. Purtroppo è ancora troppo presto, essendo io un tipo che Freud avrebbe definito orale, cambiare portatile per queste "cuiscuiglie", e votarmi definitivamente al guru del frutto del peccato. Soprattutto è troppo presto, cari amici dell'assistenza tecnica, per un nuovo "ripristino distruttivo", senza considerare l'ansiogenia del termine. Pecca della conoscenza diffusa via rete, la disorganizzazione. La frammentarietà dei forum può essere un primo ostacolo ad una totale fruibilità delle informazioni, ma rimane pur sempre una risorsa inesauribile. 
Così, per un po' di cronaca quotidiana.

lunedì 8 giugno 2009

tangenziale uscita tredici

«(...) di prospettiva, uscendo così da una gabbia durata anni, in cui la ricezione era l'unica possibile pratica di esistenza, acquisendo la capacità di donare. Brindava a quest'inizio, pur sempre con margini di miglioramento.»

timbriche

Cosa ha vinto le elezioni europee 2009? Hanno vinto le paure, le soluzioni semplicistiche. Hanno vinto i valori che sembrano garantire l'incolumità. Ha vinto il verde panico, e il magistrato attaccabrighe. Come al solito, ha vinto l'Italia tremula.

lunedì 25 maggio 2009

FWD: Abbronzatissimi

L'estate è cominciata, essendo apparsi sul piccolo schermo programmi con intestazione "Il meglio di...". Temperature a parte.

sabato 23 maggio 2009

la corsa lenta

A volte ci si dimentica di alcuni spazi. Nel delirio del guidatore urbano, negli ultimi anni avevo perso l'abitudine di raggiungere la vicina circonvallazione esterna, all'altezza di Piazza Stuparich, percorrendo l'asse Terzaghi-Salmoiraghi, ossia il quartiere QT8, che ospita la Montagnetta, oltre al Campo XXV Aprile e allo studio del mio medico, da cui non vado praticamente mai. È un quartiere di cui pochi conoscono la storia. Visto dall'alto, si vede che risponde a delle logiche di progetto razionalista, con la grande lisca disegnata dall'asse e dalle piccole vie con casette bifamiliari, scuole, asilo nido, e la chiesa, come un villaggio. Avevo perso l'abitudine di percorrerlo, perché il delirio del guidatore urbano, declinato alla mia persona, mi portava a prediligere strade a scorrimento veloce, grandi arterie del traffico urbano, della velocità, della mobilità futurista. Ma ultimamente, considerato che l'amministrazione comunale ha reso più difficile l'accesso veloce alla grande vena, ho ripercorso più volte QT8, complice la nuova sistemazione viabilistica, che ha fatto sorgere qualche dosso sull'asse principale, e sta portando l'ennesima rotonda per rallentare il traffico all'interno dell'area: una lentezza che ti fa riscoprire una zona, per troppo tempo solo di passaggio, ma che in realtà rimane, nonostante tutto, il primo quartiere fuori dalle mura della velocità, il biglietto da visita, un arco di trionfo per la periferia ovest di Milano. 

giovedì 21 maggio 2009

codex fauni, LIX

«La filosofia della coppia aperta può valere solo se c'è comune accordo fra le parti, e anche in quel caso, resta riprovevole. Nel caso specifico, se l'apertura è praticata da una sola parte, all'insaputa dell'altra, non vi è giustificazione, perché non rientri nella fattispecie del tradimento (cfr. codex fauni, XLI). Inoltre se ci si limita, nell'occasione, a pratiche definite soft o incomplete, il tradimento assume i connotati del capriccio eiaculatorio, punibile con una detenzione morale da 6 mesi all'ergastolo.  La pena è da scontare attraverso la reclusione del colpevole nelle gabbie della disapprovazione morale. Nella maggior parte dei casi, l'ergastolo morale è l'esito più frequente, data l'assenza di attenuanti e la difficoltà, empiricamente rilevata, di riabilitare o rieducare il condannato.»

(da Codex Fauni, sec. XXI)

the matter

Perché, con tutto quello che si sa di lui, Mister B. per intendersi, non lo si manda mai a casa? Non ci interessano le condanne pendenti, i processi cui è sottoposto, le bugie per difenderlo, il conflitto di interessi, la deriva decisionista e decretista, il populismo demagogico, la tendenza benitiana? 
No, non ci interessa. Perché non ci interessa? Siamo davvero così disinteressati a chi ci governa, ché tanto ce la facciamo lo stesso, il governo è simbolico, la vita reale si regola da sé, altro che leggi e decreti, decisioni e imposizioni. Almeno, abbiamo garibaldinamente fatto gli italiani? Forse, ma non ci sono riusciti molto bene.

mercoledì 20 maggio 2009

mi-vida

È sempre un'epifania dell'animo, scoprire di essere in una Milano diversa, che agli occhi di chi sa guardarla è diversa. È così che ci si sente ad assaporare la prima fetta d'anguria dell'anno, della stagione, sotto l'inizio di una serata da primi caldi, dopo un sobrio aperitivo "alla milanese" sui sempiterni navigli. Sapere che c'è un posto, che non tutti conoscono, che vorresti far conoscere a chi ti dice che Milano è tutta movida, settimana della moda, del mobile, del design, tutta gente per le strade e anziani comitati di quartiere, tutta freddo e grigiore o caldo afoso e traffico, individualismo e via dicendo. C'è un posto così, lontano dal centro, dove ti mangi l'anguria, immerso nel verde che ci si può permettere, ed è pure buona. Milano è pure buona.

Milano, Piazza Tripoli.

vaffa... te e l'importanza

Il presidente della Regione Puglia, nonché capo di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, ha sempre attirato le mie simpatie, per il suo operato e per le sue scelte, tra il personale e il politico. Il ministro Maurizio Gasparri, invece, ha sempre attirato le mie antipatie, perché rappresenta tutto quello che nella politica non dovrebbe esserci, a partire dall'ignoranza alla bieca sottomissione ai leader di parte. Bene, detto questo, mi chiedo che cosa sia considerato realmente importante nel servizio d'informazione che un quotidiano nazionale come il Corriere della Sera decide di offrire, se il "vaffa" pronunciato tra i denti da Vendola all'indirizzo di Gasparri, durante una di quelle forme di bagarre riempi-serata quale Ballarò (con tutto rispetto, ma tra L'Infedele di Lerner il lunedì, Floris il martedì e Annozero santoriano il giovedì, c'è da farsi venire un'ulcera, aldilà del valore dei programmi), o l'ottuso difensismo del ministro nei confronti del suo premier, ovvero è più importante l'indignazione di fronte alla contraddizione di un potere corrotto, o la manifesta pecorinaggine giustificatoria della maggioranza?

domenica 17 maggio 2009

the sound of silence?

Questa mattina assumevo, insieme alla colazione frugale della solita domenica, le pagine di un quotidiano a tiratura nazionale, che per comodità chiamerò Corriere della sera, e di un quotidiano di partito a tiratura un po' meno diffusa, che per comodità chiamerò l'Unità
Sfogliavo speranzoso. Ma chi visse sperando... Tra un plumcake coop e un succo di frutta alla pesca, nemmeno un accenno alle manifestazioni inerenti la Giornata Mondiale contro l'Omofobia. Si parla di Noemi, di villette abusive, degli infrascazzi della sinistra. Su l'Unità una colonnina con 5 domande alla rappresentante del Circolo di Cultura Omosessuale M. Mieli di Roma, poi basta. 
Ma si parla un sacco della repressione del Gay Pride di Mosca, definito dalla politica russa "satanico". Un monito, o una sottile presa di parte?  
La manifestazione, silenziosa nei suoi intenti, è fin troppo silenziosa. 
Sui giornali, mi sa che ha già perso. 

That's all, folks.

giovedì 14 maggio 2009

doppio click

«"Io sarò la vostra coscienza e la vostra vergogna, la condanna alle vostre misere vite future. Io sarò la voce delle vostre vittime, le lacrime impiccate sugli occhi stanchi, stanchi dopo le ore passate a cercare di convincervi della bontà delle cose. Io sarò lo sguardo deluso dell'ultimo corpo che vi raggiunse con speranza, truffato dalla disperazione di una solitudine improvvisamente interrotta. E perchè mi fate schifo tutti, sarò la voce, la coscienza, l'emblema della vostra vergogna" disse, e poi si allontanò dalla stanza, spegnendo il suo stesso entusiasmo nel fumo di una sigaretta senza filtro.»

mercoledì 13 maggio 2009

la giornata del fauno urbano

La metropolitana, in quell'ora strana tra le 9 e le 10, è sì piena, ma non affollata: ancora non si sudano fiotti di umori e feromoni. Si arriva alla destinazione carichi delle sgomitate, pieni di vitalità, in più oggi splende il sole e il vento fresco del mattino rende tutto più tollerabile. Si sale un piano, peccato la comunicazione fallace, quel che è privato sembrava pubblico, poco male, si esce e si ha tutta la giornata davanti, si possono anticipare appuntamenti, ci si può prendere del tempo. Ad esempio nella piazza si può salire sul tram della nostalgia, il serpente arancio che percorre una delle grandi direttrici verso nord, per poi, a sorpresa, girare verso la piazza che ha il nome delle scienze. Tutto è diverso, lo spazio è come avevi immaginato che sarebbe diventato, o come avevi sperato che sarebbe diventato, e sei un bambino che si stupisce di ogni angolo, di questo tripudio di gente: c'è primavera, sei l'abitante della metropoli simmeliana ma non hai ancora assunto un atteggiamento blasé, perdi tempo girando intorno, tanto la meta non si sposta, ci arriverai con calma, ora vuoi solo vedere cosa hai visto nascere e non hai potuto vivere. Chi lo avrebbe mai detto. Ti balena in mente l'idea che la bellezza degli obiettivi manifesti nasconda una cruda politica negli obiettivi impliciti e non detti: campus/ghetto? Deciderà il lungo periodo. Tu oggi sei un indiano metropolitano. Riesci ad attraversare la città, dopo le ore con la vecchia amica al nuovo convegno su vecchi miti, in meno di mezz'ora per sorseggiare una fresca bevanda di malto e luppolo e scoprire, dal racconto lagunare dell'amica redeunte, quanto piccolo possa essere questo triste mondo malato, in cui oggi il sole la fa da padrone che sembra agosto. Ti viene in mente la revolution, e l'estate al forte. Non resta che tornare a casa, per la strada più lunga. 

lunedì 11 maggio 2009

la considerazione delle persone

«(...) che questa volta - anche questa volta? - aveva ricoperto il ruolo che qualcuno sembrava avergli assegnato, senza chiedere l'autorizzazione al trattamento della vita personale, ovvero il ruolo del fraintenditore, del pensatore e del creatore di equivoci; mentre aiutava il giovane amico a organizzare l'incontro con il compagno di sempre, o ascoltava dal giovane amico le confidenze di un incontro che sapeva di primavera, cercava di immaginare perché, nonostante lui stesso avesse sempre un chiaro atteggiamento aggressivo verso le persone che destassero il suo interesse, diciamo, primaverile, queste non facessero altro, da sempre, che crederlo un'amichevole disponibilità, sentendosi galvanizzati nel fare del povero fraintenditore il contenitore delle proprie confidenze esistenziali, trovando fertile terreno nel generoso e disponibile altruismo che lo contraddistingueva, rinsaldando un ruolo di cui era realmente stanco, che faceva pensare che fosse sempre lui a sbagliare nella percezione del significato nelle situazioni; quando invece tutto suscitava in lui la gelosia dell'orgoglio, quella sensazione di fastidio (...)»

mercoledì 6 maggio 2009

millesimi

«Non so voi, ma a me non piace particolarmente questa opposizione pettegola. Considerando che non siamo in un paese dove il capo del governo può essere affondato via scandalo à la Clinton, trovo la strategia della campagna sul gossip abbastanza da salottino da tè. A me, strenuo difensore della vita privata, piacerebbe assai di più una lacerante campagna elettorale basata sulle contraddizioni legislative e sulle derive decisioniste, ossia sull'operato politico del soggetto in causa. A me, di papi e della first lady governativa che non vuole più esserlo, sinceramente, non frega un c.» 

(da Ego Medesimo, Opinioni di un fauno, 2009)

giovedì 30 aprile 2009

差密

差密 | il mistero della differenza


«(...) la differenza è nelle cose, la loro essenza è nella differenza fra esse. Le loro diversità le definiscono, le connotano e le denotano. Le raccontano. La ricchezza delle dissomiglianze: dalle somiglianze si impara poco. La matematica della verità impone che per conoscere il valore delle cose si debba trovare la soluzione alla loro equazione differenziale, che esprime la relazione fra una cosa e tutto ciò che ne deriva (...)»

domenica 26 aprile 2009

montessori

A me a sentire ancora persone, l'aggente, che dice: rivogliamo la Lira, mi viene il prurito. Se poi vedo che sono gli iggiovani, mi viene da esplodere. Bella la nostalgia, ma cum grano salis.

sabato 25 aprile 2009

l'aquil eia

«Che piaccia o che non piaccia», é così.

venerdì 24 aprile 2009

grumors

Quello vuole fare il G8 a L'Aquila perché così i no-global non se la sentiranno di andare a fare casino nella tragedia. È proprio un esempio di acume politico. D'altra parte, le vetrine son già rotte, che differenza fa?

25 Aprile? Adesso basta. (Grazie ad AdP)

C'è chi pro, e chi contro. C'è chi partigiano, chi repubblichino. C'è chi guerra civile, c'è chi resistenza. 
Da sempre, comunque, l'italiano se la festeggia.

martedì 21 aprile 2009

l'esaurimento

Il domino dei reality, finiti uno dopo l'altro tra domenica e lunedì, è significativo nei suoi risultati. Gli esiti, i vincitori, rappresentano - assumendo la bontà del televoto nazionaltelevisivo - quello che il pubblico italiano sembra apprezzare in questi tempi di crisi. 
A X-Factor ha vinto il padre di famiglia, l'homo normalis, il tipo della strada, incappottato nel vento della sua città, con una voce conciliante, rassicurante, consueta, che non destabilizza. Ha vinto il melodico, l'armonico, il low profile
Alla Fattoria ha vinto l'uomo che non si espone, quello che se ne sta calmo, che ha i suoi problemi ma non si lascia guidare da essi. L'homo pater, che difende i deboli gomorriani, che fa da paciere nei conflitti dell'isterismo. 
Al GF9 vince non tanto lo straniero con la storia commovente, ma lo straniero che non vuole che la sua storia commovente diventi l'unica cosa che lo caratterizza. Ha vinto l'homo integer, quello che non si scompone, che non fa casino, che si gioca le sue carte sommessamente, si fa le sue storie, dice qualcosa ogni tanto. 
Ha vinto la rassicurazione, ha vinto la speranza di una ripresa di una certa sobrietà, ha votato un'Italia esaurita. 

lunedì 20 aprile 2009

pastorale notturna

Più o meno, dal bollettino parrocchiale di Gorgonzola (courtesy of Linda): l'unica cosa [importante?] che un uomo possa fare per i suoi figli è amare la loro madre.
Interessante. Almeno in due direzioni: 
1) in senso quasi hegeliano, l'amore paterno non ha a che fare con la prole, che una volta nata seguirà il corso della vita dello spirito della storia e tutto, lasciando solo il nucleo padre-madre all'inesorabile destino del tempo, perciò tanto vale che il Mister non si scomodi tanto, che i figli son piezz'e core sì, ma... Psicanalisti sbavano. 
2) in un senso quasi matematico, si suppone forse che l'affetto abbia una proprietà transitiva, del tipo 

se PADRE ama MADRE e MADRE ama FIGLI allora PADRE ama FIGLI

Ma l'amore non gode della proprietà transitiva, nella realtà: che questo sia un tentativo di  giusto connubio fra scienza matematica e fede? O soltanto una retorica di genere? 

Riflessioni. 


giovedì 16 aprile 2009

xxx

Metabolizzati gli x-inediti, ne parlerei.

Premetterei che la presenza di Mogol, aldilà della spettacolarità della presenza, è stata, a mio parere, assai inopportuna: i suoi giudizi riflettevano l'esperienza di un cantautorato del secolo scorso, in cui la linearità del testo era un valore, funzionale alla trasmissione del messaggio. 
Così da trovare inutili le rimostranze grammaticali sul testo di Jury, quando invece «lascia cadere il vestito e la sera» è molto più efficace di «lascia cadere il vestito stasera», perchè la finalità del testo è diversa da quella che Mogolo gli avrebbe dato, se avesse dovuto scriverla lui, magari per un Battisti, che avrà sicuramente avuto un romanticismo musicale adatto al suo tempo. 

La sistemazione di Jury accorpa in maniera poietica le figure della sera e del vestito, accomunate dall'atto della caduta. Bravo Jury! Ma questa è l'unica cosa che mi è piaciuta dell'inedito del bresciano, che per il resto è del tutto simile alle musiche che gli hanno fatto cantare o che a lui piace cantare, da Drops of Jupiter a Chariot a Wherever You Will Go. Non mi ricordo nemmeno il titolo. Il problema è che ce lo avevano venduto un po' meno melody.

Passando a Daniele Magro, il suo testo è interessante,  altrettando ripetitivo, ma un ottimo tormentone estivo, seguendo la logica giusyferreriana.  Pensavo arrivasse alla finale, ma come ha detto la Ventura, è pronto per fare a meno di X-Factor. Non nascondo che mi è sempre stato un po' antipatico (vedi il post precedente), perché personalmente sono un po' stufo di voci artificiose, tirate a lucido con la carta vetrata, graffianti per essere graffianti. Quindi per me è proprio un No, il suo pezzo, nel complesso. Ammiro però la caparbietà nel preservare il cliché che si è creato intorno a lui. 

La canzone bastarda dei Bastard Sons of Dioniso è finalmente giunta a noi. Forse l'arrangiamento musicale è scontato, fors'anche un tantino mutuato dai Kiss, come ho potuto più volte riscontrare nei vari forum iutubbiani, ma il testo rende giustizia al loro talento; potevamo aspettarci di meno da un gruppo che ha rinverdito un pezzo del Cinquecento? «Lo sguardo a volte ha fame, vuol saziare l'appetito», ha un che di evocativo, e sterile è la polemica sulla scelta stilistica fra anima e animale, polemica di un Morgan all'orgasmo per essere seduto di fianco al suo Totem della composizione (che fino a qualche anno fa non conosceva, o ripudiava). Sterile anche perché, se ci si pensa, sarebbe facile andare in fondo all'animale, ma che mi dite dell'ossimoro «la tua bellezza sale fino in fondo all'anima»? Si sviluppa così L'Amor Carnale verso la musica.

Infine, Impossibile non parlare di Matteo. Solo a me sembra un incrocio tra Massimo Di Cataldo e Francesco Renga? Potrà mai essere una popstar? Chiedeva la Ventura qualche episodio fa. Mah, forse se duettasse con Youssou N'Dour o sposasse Ambra Angiolini. Certo può fare un remake de I ragazzi del muretto, ma non credo possa essere voce dei Timoria. Bando alle ciance, ha stancato molto questo suo inscatolarsi melodico da serenata e Serenase. Ha una voce a tratti particolare e buona, ma non la sa usare e spesso non si capisce cosa dice, con dissimulato smacco del guru ex novo della musica d'autore italiana, sir Marco Castoldi.