mercoledì 3 dicembre 2008

2.0

Succede così che nell'era del web 2.0, nell'era dei social network, di Facebook e compagnia bella; succede che si vengano a sapere le cose attraverso l'automatismo delle notifiche sugli stati dei componenti della vostra rete. Si viene così a sapere la loro situazione sentimentale, la localizzazione attuale, piuttosto che gli eventi cui partecipano o i gruppi cui si sono iscritti, gli interessi e l'attività relazionale (sempre rigorosamente del tipo duepuntozero: ha commentato il suo stato/la sua foto, l'ha taggato in un video, eccetera). 
Il problema non è che questo avvenga, ormai nell'ordine delle cose e tacitamente accettato da tutti coloro che utilizzano certe interfacce sociali, ma che persone che denunciano il degenerare del social network verso forme convergenti di dating o instant messenging, poi si ritrovino ad affidare all'arguto occhio di un social (ma sempre virtual) network quello che altrimenti avrebbero affidato ad una comunicazione convenzionale, come quella su cui si basano i rapporti sani e sinceri.
Forse sarò all'antica, ma io preferisco quando non viene dato per scontato che io stia tutto il dì allo schermo del mio Facebook, e le cose mi vengono comunicate prima che io le scopra su una bacheca pubblica. 
Sarò all'antica, ma io penso ancora che certe cose siano personali, esclusive.
Certe comunicazioni, certe attenzioni

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