venerdì 28 novembre 2008

40 piccoli urbani

La neve a Milano rende tutto più lento, perché la velocità trova il suo acerrimo nemico nel ghiaccio che ammanta di scivoloso l'asfalto, e la neve che fa resistenza all'incedere dei passi sul marciapiede. La neve a Milano bisogna solo sperare che duri, e che non ci piova sopra, altrimenti la città e fango che si attacca ai pantaloni, e che si fa spruzzare divertito dalle auto degli sciamannati. 

Oggi preso l'autobus per andare a casa di una vecchia amica. Linea numero 40, è un percorso tra le periferie di Milano Ovest-Nord Ovest. Un tempo la sfruttavo per andare in Università, dove era il capolinea. L'altro, è casa mia. La Quaranta vive del Gallaratese, poi dopo il Cimitero Maggiore di Musocco si inerpica per le viuzze del quartiere Certosa, da cui si inoltra senza timore nel grande Quarto Oggiaro, a partire da L.go Boccioni per poi sciogliersi fra via Arsia, via California, e le viuzze delle case dell'INA che portano il nome delle valli alpine, per poi rotolarsi sulle grandi direttrici che portano al quartiere Bovisa, ai piedi dell'immenso mall "Metropoli", e poi dritto verso l'ex manicomio, e via un pezzo di autostrada per poi rientrare in città al cospetto dell'ospedale Galeazzi, esperto in ortopedia e robe affini, al quartiere di Bruzzano, dove un altro cimitero aspetta l'arrivo di vecchie signore devote. Tangendo senza disturbare il Parco Nord, uno dei polmoni della città, passa al quartiere Niguarda, il maggiore ospedale. Una linea di periferie di cimiteri e ospedali, interessante a pensarlo. Dopo Niguarda, il percorso dei grandi spazi si ridimensiona per tuffarsi nel vecchio quartiere operaio di Greco-Bicocca, dove c'era la Pirelli, la Breda, e ora c'è l'Università e la Collina dei Ciliegi, e orribili architetture residenziali gregottiane come l'Explanade. Un quartiere che vissi a fondo, ogni volta dopo 45 minuti o un'ora di tragitto; un luogo sempre lontano: in macchina, in metro, in bus. Lontano come solo può esserlo l'altra parte della città.

Consiglio a tutti i non-turisti a Milano di concedersi, per un giorno, un viaggio sulla 40.
Per capire il concetto di margine e quello di confine, anche nell'esperienza metropolitana.

Oggi ho preso l'autobus, e a dirlo mi sento un quindicenne. È tenero e divertente. 

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