domenica 1 febbraio 2009

davanti agli occhi

Guardando le tele di Magritte e leggendo spezzoni del suo pensiero, ci si rende conto che era un uomo fondamentalmente disgustato dalla vita del suo tempo, da come le cose stavano andando in quell'intervallo fra le atrocità della guerra segnato dalle atrocità della politica. 
È così che, come dice l'inscrizione all'inizio della mostra, l'arte di Magritte è rigorosamente inutile, non serve a risolvere i fastidiosi problemi della vita quotidiana dell'uomo del suo tempo. Fedele al decadente e lapidario Wilde (forse senza volerlo), Magritte esprime il massimo fine dell'arte, quello di non avere alcun fine, dato che «Tutta l'arte è completamente inutile» (O. Wilde, Prefazione a Il ritratto di Dorian Gray, 1891), perché così dev'essere, se essa ha da essere tramite della sensazione del piacere. 
Lo stesso piacere che anche Magritte doveva provare, nell'immobilità bidimensionale (ma con uno sguardo alla terza dimensione) delle sue opere. Lui ci fa divertire, perché egli stesso si divertiva, a metterci gravemente sotto accusa attraverso le sue rappresentazioni, a costringerci a creare le interpretazioni più ricche e barocche che possiamo mai alambiccare per trovare un senso agli oggetti, ai personaggi, ai luoghi che ci ha dipinto davanti agli occhi. 
Quando l'unico senso, se ce n'è, nelle opere di Magritte, è proprio il davanti agli occhi che spesso non vogliamo considerare, perché ci sembra la più semplice e quindi la meno attraente spiegazione: la natura ci fornisce tutti gli elementi che ci servono per entrare nel mondo di un'immaginazione magrittiana, senza che pensiamo ad un surrealismo spinto o ad un astrattismo estremo. Magritte altro non fece che dipingere divertendosi, perché già di per sé la natura fisica e quella umana gli apparivano abbastanza  surreali, che il grosso del lavoro di confusione era già fatto. 
Lui si fece solo portatore di quella contraddittorietà della bellezza quando questa è semplice, davanti agli occhi, quando è così diretta che non siamo in grado di comprenderla. E ci rise su, con una risata che seppellì il buonsenso del senso comune, ridando luce e colore all'immaginario collettivo come questo si dispiegava sotto le spinte prettamente umane, di tanti uomini in bombetta, che molti hanno chiamato Storia.  

Una mostra a Milano. 

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