martedì 3 febbraio 2009

per una sociologia dell'amicizia

Secondo i pensatori classici, l'amicizia è la relazione elettiva per eccellenza, in quanto prescinde da vincoli di sangue, parentela ecc., e si basa essenzialmente sulla libera scelta, in quanto due persone decidono di instaurare una relazione di amicizia, o di riconoscerla, aldilà delle non-appartenenze reciproche. Alla base di una relazione che ha fondamenta così poco "organiche", vi è il sistema della fiducia e della reciprocità. 
La fiducia è considerata come l'aspettativa che l'altro rispetti la reciprocità. Questo rispetto non deve essere necessariamente manifesto, ma si deve in un certo senso avvertire, ossia deve essere attribuito un senso comune alle situazioni, siano esse caratterizzate da compresenza nel tempo e nello spazio, da vicinanza o da distanza sia nel tempo che nello spazio. 
In altre parole, l'amicizia è una relazione che non si esaurisce nel momento in cui vi sia la separazione degli attori, ma che continua oltre la non-coappartenenza territoriale, in quanto, come abbiamo detto, è elettiva. Le forme più comuni di mantenimento della relazione amicale con l'altro lontano sono essenzialmente quelle della comunicazione mediata da mezzo (telefono, internet, ecc.) e si caratterizzano per una frequenza che non è avvertita come ricorrenza, perché non è prestabilito l'intervallo di silenzio, ma che necessita di un certo grado di impegno a seconda del livello di complessità/consistenza della relazione che si è dilatata. L'altro non deve però percepire che vi sia un distacco, detto in termini volgari, è fondamentale che si possa avvertire e coltivare un certo interesse nel mantenere vivo il rapporto d'amicizia. 
Solitamente, quando un rapporto di amicizia non sopravvive alla distanza o alle interruzioni, e ogni volta che capita di dover riattivare la relazione sembra di ricominciare da capo, ci si trova davanti a qualcosa che non è una relazione di amicizia, ma che si scopre una relazione di aiuto. Una relazione di aiuto è una relazione fra due attori che spesso può non essere elettiva, ma che si instaura fra un soggetto che ha bisogno di aiuto da parte di un altro soggetto, che a sua volta trova nel primo il soddisfacimento di una sua esigenza del tutto simile. In altri termini, nella relazione d'aiuto, uno si appoggia all'altro. Questo tipo di interazione è caratterizzata da un elevato livello di esclusività e da una frequentazione morbosa con contenuti poco rilevanti, spesso limitati all'ironia e orientati ad un cinico sarcasmo verso il mondo esterno. È una relazione che nel breve-medio periodo produce livelli molto alti di felicità nelle persone che sono coinvolte, ma che spesso non regge la prova della dilatazione. 
Chiaro che chiamiamo dilatazione della relazione qualsiasi situazione di sospensione della relazione, quand'essa non sia ancora ufficialmente terminata, dovuta ad un aumento della distanza fra gli attori. 
La differenza fra la relazione d'amicizia e la relazione d'aiuto, è che la prima è immune alle dilatazioni, in quanto quando la situazione si "rapprende" l'interazione riprende, anche se non vi è stato, nel periodo di sospensione, un significativo scambio comunicativo esplicito, ma è rimasto vivo l'interesse alla relazione; la relazione d'aiuto, invece, esaurisce la sua forza creatrice quando i due attori si allontanano, e spesso vengono sostituiti da altri attori in grado di supplire all'attore mancante, perché fondamentalmente nasce come una relazione utilitaristica, finalizzata al raggiungimento di uno scopo egoistico, in cui l'interesse non è rivolto alla relazione, ma al sé. 

1 commento:

Unknown ha detto...
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