venerdì 28 agosto 2009

l'autunno del medioevo

Vogliamo parlare dell'ondata di omofobia che ha investito l'aere in queste settimane? Sarà colpa del caldo eccessivo? Anche il fatto che la notizia sia gay e non l'ingiustificata violenza gratuita? Che ci sia uno che si soprannomina Svastichella, ne vogliamo parlare? Fa caldo, troppo caldo.

venerdì 14 agosto 2009

il punto

Questo non è un blog, ma quest'altro ci prova, ad esserlo.


mercoledì 12 agosto 2009

sub ita (nel senso di valore)

Mi stupisco ogni volta che sento parlare qualche ministro di questo governo. Il ministro Zaia, ad esempio, lo trovo ridicolo e anche un po' privo di buon senso. Prima ci evangelizza affermando che la Rai deve promuovere la famiglia tradizionale e non quella gay, come se la Rai stesse perpetrando una politica quotidiana di dissestamento della retta via. E poi ci viene a dire che le fiction regionalmente ambientate devono essere nei rispettivi dialetti con i sottotitoli.
Esilarante. Come ridere piuttosto che piangere.

per aspera ad astra

Desiderio è qualcosa che cade, dalle stelle, de sideribus.
Realizzarsi, per un desiderio, vuol dire allora cadere sulla terra, avvicinarsi all'essere desiderante che lo ha desiderato. Rendersi disponibile ad essere vissuto. Accadere.
De sideribus, con la caduta della b. come un obiettivo che diventi oiettivo, con la trasformazione di una i in intervocalica e diventando ojettivo, oggettivo.
Così un desiderio, per realizzarsi, dev'essere oggettivato.
Da qui, forse l'oggetto del desiderio.

venerdì 24 luglio 2009

il numero 7

«(...) inesorabili, sotto la calura di un'estate isterica. Decise così, per vezzo, che non avrebbe regalato a quel mese infinito - pensava fosse infinito: ogni cosa rimandata continuava ad avvenire in quel mese! - altre forze, altre occasioni. Per terminare, sarebbe partito per un luogo lontano, un mare al confine del tempo, dove il sole e la civiltà sorsero, ammarandosi nel tempo dei grandi. La punta del sud est lo attendeva, così febbrile lui attendeva di vederne le sponde, nella (...)»

giovedì 9 luglio 2009

simplicius simplicissimus

A Milano si può ancora mangiare sul sagrato delle chiese. Alla fine, il sagrato, o gli scalini, dei templi hanno sempre avuto una funzione di tipo aggregativo, sono sempre stati, o si sono sempre presentati come, un punto di ritrovo: tutti, bene o male, sanno dov'è la tal chiesa, o la talaltra. È semplice, e ha un che di naturale, sedersi a gustarsi un pranzo fugace in compagnia di un amico, sui gradini di una casa dello spirito come San Simpliciano, nella Brera di sempre. Una casa dello spirito che è anche casa dell'anima. Viene naturale, non è maleducazione o qualcosa che urti il decoro urbano: è decoro urbano, il simbolo di uno spazio urbano non ostile, ma ancora umano. Perle.