lunedì 21 aprile 2008

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» TRIBUTO A BERLINO »

«Berlino è una città condannata per sempre a diventare e mai ad essere.»
(Karl Scheffler, 1910)

La prima volta che andai a Berlino correva l'anno 2001, credo fosse il quarto anno di Liceo. Fu un grande tour, in pullman, da Milano la prima tappa a Norimberga, la gotica, spaventosa, kantianamente sublime Norimberga. Era un luogo a me conosciuto, e quella era la terza volta che finivo nella città dell'anello. E del processo. In questi periodi di malvagità, niente sembra più attuale della banalità del male.

Berlino arrivò il giorno dopo, e mentre il pullman percorreva l'arteria verso il cuore, verso la Porta - occasionalmente vestita di un telo che ne riproduceva le fattezze storiche, obiettivo di un lungo restauro, la vidi, la città del Muro, un cantiere perenne. La prima cosa che pensai fu che la bellezza di Berlino era un sentimento futuro, qualcosa ancora da venire, frenato dal peso di un passato di cui si prende consapevolezza e responsabilità. Berlino sapeva e sa di essere Berlino, e tutto quel vetro e cemento che si innalza verso l'alto sa di adorabile via di fuga dalla colpa.

«Berlino è piuttosto una parte del mondo che una città.»
(Jean Paul)

La grandezza di una città non si misura in kilometri, per quanto Berlino ne abbia da vendere. La grandezza è una condizione stessa dell'esistenza di Berlino, qualcosa che senti nell'aria. Che ti scorre nelle vene mentre prendi l'U-Bahn, mentre aspetti un autobus alle 3 di notte, mentre cammini lungo il Ku'Damm, o ti capita di passare una serata in una Kreuzberg. Berlino è Grande nell'afflato che la pervade, è il suo destino. Si sente.

«Parigi è sempre Parigi e Berlino non è mai Berlino!»
(Jack Lang)

Solo nel cambiamento continuo una città può rimanere se stessa, senza tradirsi. Perchè quello che resta, che resiste, che permane è il suo spirito. Questa è metafisica urbana. Le regole del cambiamento non si esplicano, ma sorgono dal tessuto urbano come necessità. E la forma non è che un adattamento.

«Io ho ancora una valigia a Berlino. (Ich hab noch einen Koffer in Berlin.
(Marlene Dietrich)

Ogni ritorno da Berlino è solo una parentesi prima di un ritorno a Berlino.


«Gente del mondo... Guardate questa città! »
(Ernst Reuter, sindaco nel 1948)



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