sabato 26 luglio 2008

la carta

«...mentre fuori la gente (cosa penserà, la gente?) occupava gli spazi liberi del Forte, cantando e mangiando una festa organizzata per l'ennesimo titolato, lui se ne stava immerso in un'atmosfera di caldo compiacimento, dovuta forse al pastìs prima di cena, o a una sana consolazione, un leggero appagamento che provava a scartabellare fra quei fogli bianchi, quelle cornici nere, quelle croci, tutte uguali, anonime, salve dal giudizio, semplici, che lui codificava, a tratti lentamente, quasi ad assaporare il gusto delle menti che avevano pensato alle risposte, a tratti velocemente, quando riconosceva lo stile umano, e poteva prevedere, con un errore minimo, la risposta successiva. Lavorava così, quella notte, dopo quella sera, dopo quel giorno. Soddisfatto (ma per quanto?) di quello che stava costruendo, e impaurito che tutto potesse finire in frammenti per una risata in faccia...»

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