domenica 6 aprile 2008

assenzio nero (mitopoiesi metropolitana)

Milano

Il primo sorso, già la testa gira, forse è merito anche di un intruglio esotico alcolico ingurgitato a contorno del buffet dell'ora felice metropolitana, e del whiskey bevuto senza pagare in un irish venato di odori da ritirata, ma al secondo già serve l'acqua che ti servono di default, quando ordini l'inchiostro dei poeti, sa di liquirizia e anice, è come quello solito, ma scuro e aromatizzato, se lasci passare due minuti fra un goccio e l'altro già l'esofago canta di fuoco, bevi ancora un po' d'acqua, è meglio, al terzo le parole hanno perso il loro afflato, calendo cadando e altre balbuzie e distorsioni, ma il quarto ti consola di risate dalla capannina dei tuoi amici davanti ad un luogo che non riconosci, che non conosci, e che porta un nome magico, come magico, al quinto sorso, è rendersi conto che tutto ciò accade, un altro sorso d'acqua per disinnescare l'atarassia dei neuroni, e sai formulare, almeno in testa, «poiesi», e digitarlo e inviarlo, perché non venga persa una parola che è anche un sentimento, e che come emozione è solo da condividere, perché possa generare tutta la sua luce, e rifletterla nel nero di un sesto sorso, un settimo, questo oscuro signore degli alcol sembra non finire mai, riprodursi nel bicchiere, provoca un misto di desiderio e ripulsione, ma l'acqua lava via, ancora una volta, i sentori della combustione, per fortuna hai appena mangiato una crepes nutella e amarene, ricordando l'amarena e soda al chioschetto della Villa del paese. «Poiesi», ti dici, mentre sgocciola l'ultima traccia di assenzio nero nella gola. Luce!

1 commento:

Unknown ha detto...

L'assenzio nero è maGGico!!
Ti voglio bene, caro amico.
Una bella serata che fa riposare i miei neuroni stanchi, tanto stanchi che anche la mia naturale dislessia non pare troppo storta accompagnata com'è dalla tua poiesi.
Manchi, a questa Milano sui Navigli che non vuole riservarti troppe brutte sorprese.
Se qualcosa cambia, speriamo sia in meglio.