venerdì 4 luglio 2008

«usque tandem revolution!»

Tutt'a un tratto, il cielo tentennante sconquassato da turbini e tuoni saettava, poi di nuovo terso e deserto, il sole le nuvole la pioggia il vento il sole, arcobaleni a tratti. Tratteggi, come dire.
Il verso della notte a placare il rumore. Che verso fa la notte? Eppure versifica, ché ispira. Forse qualcosa tipo d'amore(*). O altri ameni demoni, dostoevskijani o meno, tipo la noja, la speranza, il giubilo, danni alla refrigerazione del self, del selz. Bianchi russi esperiti per ascendenze. Vaticini, latticini, taticini.
Pelle a cenci, nuove coperture dermiche (termiche), la torre del vento oscilla a tempo.
Dottore, dottore, dottore dello sfintere. Una sera, così, ponch e malto fermentato, forse luppolo (ah! questi giovani dimentichi del buon lavoro della terra intiera), lemonaperolsoda, intrugli di sublime bellezza palatiale, leggiamone le componenti facendo finta di esser greci, ma è curry verde thai.
Essenza kitsch sulla riva del fiume, vento e stelle, e anacoluti sentimentali, come regalare tamponi di cotone. Goccia d'oro, la festa all'apice, assenze ma cronache.
Istituire giorni e rituali, sobrietà e democrazia dal basso: questo a noi ci piace.
Amici che da lontano si avvicinano, piazze e panchine, esperienze di carni e luoghi, sentimenti notturni e viscerali.
L'inguaggio. L'Ispagna campiona, poco interessante. It's bostonian time, baby.
Emanciparsi dalla finzione, trovare una baita per passarci la crisi. La scuola persiana, rusty nail e Pedro, l'uogo del lanima questo posto. c'erto.
Altro, altro ancora. Innumerabile, non conteggiabile. Solo, vivibile.

Questo non è un sunto, non ha un ordine. Va bene così.

E siamo bellissimi.

(*) Cfr. Guido Catalano, "I cani hanno sempre ragione", disponibile su web

1 commento:

Andrea ha detto...

T'anto prima o poi ci troviamo also lito rario.