mercoledì 1 ottobre 2008

la violenza del risveglio

Le gabbie di ferro della Burocrazia spesso possono costringerci a fare i conti con le nostre insicurezze, perché sono lo specchio delle debolezze del Sistema (fuck the system!). Andando a rifare la carta di identità, scaduta in concomitanza con la fine degli studi (isn't it ironic?), mi viene chiesto: cosa mettiamo nel campo occupazione? Beh, signorina, ecco, io mi sono laureato, ho finito, sono Dottore Magistrale in Sociologia. Sì, però i Sociologi hanno un albo professionale? E lei, è iscritto a quest'albo, se c'è? No. E no. Allora non posso mettere Sociologo, per quanto ci sia qui nell'elenco. Quali sono le possibilità? Guardi, infinite! (infinite in quale direzione?) Beh, sono disoccupato. Sì, ma piuttosto che mettere disoccupato su un documento che le durerà 10 anni (secondo la nuova normativa), metterei un generico "impiegato", è l'unica. 
Un generico impiegato. Che compra Lavoro e Carriere in Edicola. Un generico impiegato.

Quando si diventa ciò per cui si ha studiato? E come? 

«Certo che non si può stare ore e ore ad attendere»
«Lei che numero ha, signora?»
«Centoventuno»
«Uh, è pure prima di me, io ho il centoventotto»

Eh, signore, non si sfugge alla matematica delle Poste. 

Nessun commento: