mercoledì 7 maggio 2008

il lanzichenecco

Il nuovo sindaco di Roma, detto Alemanno, non ha nulla dell'Alemagna, paese di florida tradizione democratica, in cui una manifestazione chiassosa come la Love Parade è ambita, e mai ostacolata, perché simbolo di pluralità e libertà dell'esistenza. Detto Alemanno, alla annosa nonché annuale domanda «Gay Pride sì o no?», risponde che il problema non è «omosessuali sì, omosessuali no» (senza che gli venisse chiesto a riguardo, o che fosse questo il problema, ma va bene così...), quanto piuttosto «esibizionismo sessuale sì, esibizionismo sessuale no».

Scatta com'è ovvio la polemica. Inutile l'affermazione di rispetto verso le persone gaya priori. (Ma queste sono sottigliezze dibattimentali che non interessano le pagliose code omofobe.) Inutile l'affermazione di rispetto delle persone gay
attraverso la dichiarazione di conoscenza di alcuni individui della categoria; conoscere un gay non vuol dire rispettarlo.

Le associazioni insorgono e sfoderano il famoso topos dell'«omosessuale buono per la destra è quello che si nasconde». Sempre efficaci, alcuni strumenti della retorica, quasi una class gay action.
Come se l'omosessualità fosse di sinistra (ma Gaber non lo diceva, perché non è così che è): vedere GayLib, di cui conosco alcuni militanti, che trovo ripugnanti nella loro ideologia dei piccoli passi, e nella strenua difesa della famiglia naturale. Costoro propongono un corteo in giacca e cravatta. Non meno kitsch, a mio parere, di una sfilata di paillette e boa di struzzo.

Ci si può rendere ridicoli in diversi modi. Io sono per l'orgoglio, per coltivare l'orgoglio di comunità.
Ma in Italia non vedo comunità GLBTQ, solo un coacervo di primedonne scalpitanti di fervore rivoluzionario, per questo non ho mai aderito a niente che richiedesse una tessera diversa da quella della Biblioteca Comunale o delle Fotocopie, o tessere "necessarie" al regolare svolgimento dell'attività quotidiana, come quella della Mensa.

L'orgoglio arcobaleno, in un arcobaleno in cui c'è anche il nero, sembra impossibile.
La città alla fine credo che permetterà la manifestazione, altrimenti si attirerebbe l'odio di molti, e svelerebbe una natura preistorica che ricordiamo sotto il nome di Qualcosa.

La risposta a tutto, è sempre e comunque un sonoro "Ma a noi?".

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