mercoledì 21 maggio 2008

la ripartenza

[...] queste prospettive di un viaggio medio-lungo, mai lungo abbastanza, mai troppo corto. Come dire un viaggio, e basta. E l'ennesimo, ancora, da dire "Basta!", fra passati rassicuranti, consolatori, confessionali, protettivi, rifugiferi; e presenti tutti in moto gastrico, che ribolle lo stomaco di violenti conati, voglio solo vomitare tristezze e felicità, rancori e gioie; passati, presenti, infine futuri, persone nuove, nuove emozioni, sentimenti, paure futuribili nel futurama color rame, il colore dei fili elettrici, dell'energia che si sprigiona sfrigolando sfregando una penna al maglione di lana, in questo autunno fuori stagione, stagione fuori di sé. Il senno, se si perde senso è perdere senno. Parole a caso? Forse, forte, forme. Il paroliberismo è fascio solo nella storia, pure coincidenze. Ma se crediamo nella coincidenza, illuminiamola per renderla già una possibilità, la possibilità di un'occasione o di un'isola (se felice, vedremo). Cogliere l'attimo, l'istante fuggente da fuggiaschi della bellezza come siamo, noi che rifuggiamo rifiutando la semplicità di stare bene insieme con noi stessi, fra noi stessi e noi altri, che voi stessi è termine troppo riduttivo, poi non vuol dire granché. Ti farò vedere cosa può serbare un libro, tra le pagine, non solo tra le righe. Viaggiare per andare incontro alla vita. Augere è far crescere, germogliare, come i fiori è una similitudine banale, non vale il gioco mutarla in metafora. Che poi, perché si dovrebbe parlare difficile? Partire è come fare ogni volta un testamento per una morte momentanea, un coma etilico di esperienze. Domani, passata l'ebbrezza, ci sarà un grande solitario mal di testa, ma ora le aspirine nel supermarket sono disponibili ai più, a prezzi modici: il prezzo della serenità e poco più o poco meno di due. E non c'è un tempo per l'impulsività, solo l'attesa di chiedersi ogni giorno quando sarà il momento, senza disturbare, di cacciare fuori. Impacchettare e spacchettare, raccogliere e spostare, andare. Se tutto sta finendo, per ricominciare oggi, questa è una mia piccola catarsi.

«Cadere non è fare movimento»
(la madre di Coso in Lost)

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